Bulbose: i gladioli
Per i fiori molto vistosi, di lunga durata, ricchi di colori e sfumature, sono le bulbose più popolari e largamente coltivate sia in giardino che livello industriale.
Al genere Gladiolus (Fam. Iridaceae) appartengono circa 300 specie originarie dell'Europa, dell'Asia e dell'Africa. Sono piante bulbose perenni alte da 50 a 150 cm, con infiorescenze terminali a spighe. I fiori sono a forma di calice avvolti alla base da spate sessili di aspetto foglioso.
Il nome generico deriva dal latino gladius: spada, in riferimento alla forma delle foglie che lunghe e appiattite somigliano appunto alla lama di una spada.
![]() |
![]() |
Gladiolus x nanus 'Spring Glory': sui 3 tepali inferiori vi sono caratteristiche macchie bianche marginate di rosso-cremisi
|
'Gladiolus italicus':
|
Numerosissimi ibridi
Attualmente non sono le specie botaniche che si coltivano, bensì i numerosissimi ibridi che sono il risultato di selezioni e di pazienti incroci e reincroci tali e tanti da non poter più risalire alle specie originarie. Di conseguenza si è dovuto ricorrere ad una classificazione pratica, commerciale che suddivide i gladioli in gruppi in base alla grandezza e alla forma dei fiori e all'altezza delle piante (Tab. 1). la nostra flora spontanea è rappresentata da poche specie di cui una sola è diffusa in tutta l'Italia: è la spadina o spadacciola (Gladiolus italicus) che cresce nei pascoli, nei prati e soprattutto nei campi di cereali e che si distingue per il tepalo superiore del perigonio distanziato dai due laterali sottostanti.
![]() |
![]() |
Gladiolus italicus:
|
Gladiolo ibrido
|
In giardino i gladioli trovano collocazione a ridosso di muri o di siepi, come sfondo colorato; si prestano anche per la formazione di aiuole, soprattutto quelli nani. A livello industriale si coltivano per fiori da recidere che, molto decorativi, sono apprezzati per la loro lunga durata in casa nei vasi.
Coltivazione
I terreni più adatti sono quelli leggeri, freschi e permeatili, in posizioni soleggiate; in autunno occorre lavorarli con cura, sminuzzando bene le zolle, e contemporaneamente concimarli con letame molto maturo. Nella primavera successiva si effettua l'impianto: i bulbi si internano alla profondità di cm 10-15, alla distanza di cm 25-40, a seconda delle varietà se basse o alte. Per il buon esito della coltura o meglio della fioritura, è importante la scelta dei bulbi: i migliori non sono quelli grossi, ma quelli di media grandezza (circonferenza 8-12 cm), sani, con piccola cicatrice radicale, di forma glabosa e di prima fioritura.
![]() |
![]() |
Gladioli ibridi
|
Le fioriture
Da tener presente che dall'impianto alla fioritura occorrono all'incirca 100 giorni. Di conseguenza, volendo fioriture continue per tutta l'estate e fino ad ottobre, bisogna piantare scalarmente (ogni 15 giorni) da marzo a giugno. Durante l'estate, dopo 5-6 settimane dalla messa a dimora e non prima, bisogna innaffiare se il tempo decorre siccitoso. E' opportuno, in questo periodo somministrare fertilizzanti chimici ternari a basso titolo di azoto (con formulazioni 8-14-18: g 100- 150/100 mq). Sono utili altresì le zappettature e le scerbature. gladioli si coltivano o per fiori da recidere o per adornare il giardino. Nel primo caso le infiorescenze vanno tagliate non appena sboccia il primo fiore; nel secondo, quando sono del tutto appassite, avendo cura, in ogni caso, di lasciare sulla pianta almeno 6 foglie.
![]() |
![]() |
Gladiolo ibrido
|
Particolare di fiore gladiolo
|
Bulbi e bulbilli
I bulbi si lasciano nel terreno finché le foglie non sono completamente ingiallite. A questo punto si cavano, si lasciano asciugare per 7-8 giorni e poi si conservano, per la prossima primavera, in locali asciutti, bui e freschi. I bulbi che si conservano sono quelli nuovi che si sono formati nell'annata sui vecchi ormai ridotti a scaglie coriacee. Dal vecchio bulbo se ne forma sempre uno solo di grossa misura e tanti altri piccoli (bulbilli), grossi come un pisello, che si adoperano per la moltiplicazione.
I bulbilli si trattano come i grossi bulbi: si lasciano asciugare e poi si conservano. Si piantano in primavera, si cavano in autunno, si ripiantano nella primavera successiva e così di seguito fino a quando non danno piante fiorifere, il che, in genere, avviene dopo 2-3 anni.