Impollinazione: anche i fiori decidono
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I fiori attirano gli insetti impollinatorico vivaci colori e soavi profumi,
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Per perpetuare le specie vegetali è necessario che il polline prodotto dagli stami, organi maschili di riproduzione, venga a contatto con l'ovario del pistillo, organo di riproduzione femminile. Il trasporto del polline da un fiore all'altro è detto impollinazione. Le piante non sono dotate di movimenti veri e propri, per cui le microscopiche cellule riproduttive vengono affidate al vento (impollinazione anemofila), all'acqua (impollinazione idrofila) od agli animali (impollinazione zoodiofila) e, tra questi, più comunemente agli insetti (impollinazione entomofila).
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Alcuni fiori adattano la propria forma a quella del corpo dell'insetto impollinatore. La salvia sp., ad esempio, è visitabile solo dalle api. (Tempera di F Paladini, 1603).
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Il fiore della salvia, sezionato longitudinalmente, mostra una parte superiore a forma di conca ed una inferiore, simile ad uno sperone (SP) in cui si trova il nettare. Gli stami (ST) sono disposti a bilanciere, così che, quando l'ape si intrufola nel fiore, fa abbassare l'antera (A) che ricopre il suo corpo di polline.
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Apparentemente, l'impollinazione sembra semplice ed immediata ma in realtà non è un fenomeno semplice. Dobbiamo ricordare che stami e pistilli su uno stesso fiore o su fiori della stessa pianta, sono fra essi "fratelli" e la natura ostacola il più la fecondazione diretta od autogama, in generale dannosa alla discendenza. La pianta quindi evita il più possibile l'incontro fra elementi provenienti da uno stesso fiore, mentre favorisce la fecondazione incrociata o staurogama, tra polline ed ovario prodotti da fiori diversi o, meglio ancora, da piante distinte della stessa o di altre varietà. Per raggiungere questo scopo le piante mettono in atto vari meccanismi quali la maturazione tardiva degli elementi maschili rispetto a quelli femminili e viceversa, la posizione dei vari organi fiorali tale da impedire la fecondazione od, ancora, l'autosterilità, per la quale lo stimma produce sostanze che impediscono la germinazione del polline della stessa pianta. In altre parole, sono i fiori che decidono come e quando deve avvenire l'impollinazione.
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Sono tanti gli insetti che visitano i fiori, dai coleotteri, ai lepidotteri, alle api ed agli apoidei solitari o sociali. Questi ultimi, come i bombi, svolgono un'azione impollinatrice che può essere solo in parte sostituita dalle api.
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Impollinazione zoodiofila
E' nell'impollinazione zoodiofila che la natura mette in atto i meccanismi più straordinari e vistosi, trasformando i fiori in meravigliosi strumenti di attrazione, riuscendo così a perpetuare la specie. Per attirare a sé i minuscoli animali i fiori si rivestono di colori smaglianti, di petali vistosi e profumatissimi, ricchi di ghiandole secernenti un dolce umore, il nettare, particolarmente gradito agli insetti che operano la fecondazione. Ma i nettari sono posti, spesso, all'interno della corolla e non sono agevolmente visitabili perché poco visibili. Ecco che i fiori indicano la strada colorando i petali in tinte diverse le une dalle altre: la zona centrale della corolla, in cui si trovano i nettari, ma anche stami e pistilli, è di colore contrastante rispetto al resto dei petali. Talora le stesse nervature del petalo assumono una tinta più intensa che "guida" gli insetti onde attirarli e quindi facilitare l'impollinazione. Se poi i fiori sono molto piccoli, si riuniscono in gruppi a formare delle infiorescenze visibili anche da lontano. Quelli notturni, oltre ad essere profumatissimi, hanno corolle generalmente bianche per far sì che le falene e gli altri agenti impollinatori li trovino facilmente nonostante la scarsissima luce. Se chi deve impollinare è un uccello (piante ornitogame) i fiori hanno colore purpureo poiché il suo preferito. Altri fiori assumono forme e tinte tali da attirare lumache e chiocciole (piante malacogame) od addirittura pipistrelli (piante chirotterogame). Se invece gli impollinatori sono mosche e moscerini, i profumi si trasformano in odori disgustanti per l'uomo, come quelli di carne putrefatta.
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Anche Xilocopa violacea è un insetto pronube. Qui lo vediamo mentre avvista uno splendido "falso gelsomino " (Rhyncospermum jasminoides), si avvicina e poi si posa sul fiore per prelevarne il nettare.
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L'accordo perfetto che esiste tra fiori ed animali raggiunge il culmine quando la pianta trasforma la corolla, il calice, la disposizione e la forma degli stami e dei pistilli in modo da adattarli al corpo dell'animale pronube, come accade per la salvia dei prati e per alcune varietà di orchidee.
Purtroppo, però, gli insetti pronubi selvatici sono ormai virtualmente scomparsi dagli agrosistemi più intensamente coltivati; ciò è dovuto alla scarsa presenza di aree di rifugio e disponibilità di cibo (vittime o fiori). Animali, ed insetti in particolare, sono involontari trasportatori di polline, ricompensando così i fiori del loro nettare. Ma, in ogni caso, sono sempre i fiori a decidere, attirandoli e guidandoli nel loro insostituibile e meraviglioso compito.