Toscana, Capraia: uno scrigno di roccia
E in effetti Capraia è stata bagno penale fino al 1980, è Parco Nazionale dal 1989 e si colloca al di fuori dei flussi turistici di massa, ha mantenuto le caratteristiche da "Isola del Tesoro", la cui ricchezza è da valutare in termini biologici. La prima volta che andai a Capraia, ebbi la fortuna di rimanervi imprigionato per due giorni a causa di una libecciata; le condizioni del vento e del mare sconsigliavano di attraversare il Tirreno ed impedivano anche al traghetto di arrivare da Livorno.
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La zona del porto vista dal paese |
Scapo fiorale di Asfodelo |
E allora furono due giorni di passeggiate alla scoperta dell'isola; nella sella tra il Monte delle Cancelle ed il Monte Forcone scoprii quanto può essere potente il vento, violento fino a toglierti il respiro e ad impedire che crescano altre piante che non siano graminacee, margherite o asfodeli, passeggiai attraverso il "deserto vulcanico" e dall'alto della Cala del Fondo ammirai il volo del gabbiano reale, della berta maggiore e del falco pellegrino.
Ambiente naturale
Capraia è un vecchio vulcano che esce dall'acqua per una superficie di 19 kmq, raggiungendo l'altitudine massima di 410 m s.l.m. La struttura geologica e la morfologia dell'isola sono chiara espressione della sua origine vulcanica. In realtà furono due i vulcani coinvolti nella nascita di Capraia; il primo iniziò la propria attività 9 milioni di anni fa ed ha costituito la maggior parte dell'isola, mentre il secondo, detto Zenobito, fu attivo 5 milioni di anni or sono e dette origine alla zona della Punta omonima, Cala Rossa e Cala del Moreto.
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Caprifoglio |
Elicriso (Helycrisum italicum) |
L'isolamento geografico di Capraia ha favorito la formazione di endemismi sia tra le specie animali che tra quelle vegetali: l'assenza di scambi riproduttivi con popolazioni della stessa specie ha determinato la formazione di differenze tra gli organismi di Capraia e quelli appartenenti alla stessa specie, ma viventi in altre località, tali da non consentire fecondazioni incrociate. Tra le piante eridemiche esclusive di Capraia ricordiamo la Centaurea gymnocarpa e la Mentha requieni bistaminata.
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Ipocisto (Cytinus hypocistis), pianta parassita del cisto |
Cisto (Cistus salvifolius) |
Vi sono poi molti altri endemismi che l'isola condivide con la Sardegna e la Corsica. Le formazioni vegetali originarie dell'isola erano costituite da foreste di leccio (Quercus ilex), sostituito nelle posizioni più calde dalla sughera (Quercus suber) o dalla roverella (Quercus pubescens), in cui compariva uno strato arboreo inferiore di corbezzolo (Arbutus unedo), erica (Erica arborea) e filliree (Phyllirea angustifolia, P. media), uno strato arbustivo superiore comprendente lentisco (Pistacia lentiscus), alaterno (Rhamnus alaternus), mirto (Myrtus communis) e infine uno strato arbustivo inferiore dominato dal pungitopo (Ruscus aculeatus). La presenza di piante rampicanti quali vitalbino (Clematis flammula), smilace (Smilax aspera), tamaro (Tamus communis) e i caprifogli (Lonicera caprifolium, L. inflexa) era estremamente abbondante e contribuiva a rendere tali boschi impenetrabili.
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Ranuncolo acquatico (Ranunculus acquatilis) |
La costa nord-orientale |
La degradazione di questa associazione comincia con l'arrivo dell'uomo, giunto sull'isola nel Neolitico, che con la pratica dell'incendio e la successiva destinazione ad uso agricolo, innescò processi erosivi e di perdita di fertilità dei suoli che portarono a svilupparsi, in seguito all'abbandono di queste aree, associazioni quali la macchia, la gariga, la steppa o addirittura la scomparsa di ogni presenza di vegetali superiori.
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Cineraria (Senecio cineraria) |
Orchidea |
Attualmente la formazione più evoluta è la macchia a corbezzolo ed erica, presente soprattutto nelle esposizioni più fresche, mentre nelle zone più calde e più degradate domina la macchia a cisto. Altre formazioni di "macchia" sono costituite da quella ad euforbia e quella ad oleandro. In alcune aree ex agricole, coltivate in precedenza dai detenuti della colonia penale, si possono scorgere ancora residui di piante arboree da frutto, di vite e di olivi, ormai completamente soffocati dalle piante rampicanti. La gariga, nelle sue molteplici sfaccettature, e la steppa sono presenti in ambienti ancora più estremi, o per le condizioni del substrato, o per la presenza di venti forti.
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Lo "Stagnone", unico invaso naturale di acqua dolce dell'arcipelago toscano |
Il sentiero principale che attraversa l'isola, andando dal paese |
Sull'isola è da segnalare anche la presenza dello "stagnone", ovvero l'unico bacino naturale di acqua dolce dell'arcipelago toscano. Per gli amanti delle piante uno dei periodi migliori per visitare l'isola è rappresentato dalla primavera, in corrispondenza della fioritura dei cisti che ricoprono gran parte dell'isola, ma anche dei narcisi, orchidee, ranuncoli; in questo periodo l'aria è pervasa dall'odore del cisto, che pare possa essere percepito anche in mare aperto ad un miglio dall'isola. Capraia è l'isola dei colori, ma, è soprattutto l'isola degli odori che inebriano. una fragranza intensa, fatta di rosmarino, lavandula, erba gatta e Stachys che lascia un ricordo di Capraia e della macchia mediterranea quasi indelebile.